Criptovalute, cosa sono e come funzionano

Quando si parla di criptovalute, i bitcoin ne sono un esempio lampante. Approfondiamo questo caso

L’avvento di Internet è stato realmente l’innovazione fondamentale del XX secolo. Ha influenzato ogni aspetto della realtà fino ad arrivare a stravolgere perfino un settore sacro come quello economico e finanziario. Cosa cambierà quindi nella nostra vita con l’avvento delle criptovalute?

Le criptovalute o valute virtuali

La rete e la sua spinta innovativa sembrano procedere senza sosta. Come conseguenza, la rottamazione di ogni paradigma che eravamo soliti conoscere, per introdurne di nuovi legati alle infinite possibilità messe a disposizione da internet stesso.
Persino le nostre monete, come vedremo, non sono state immuni da tutto ciò: anche le banche hanno dovuto aggiornare i loro sistemi di pagamento, offrendo metodi per consentire transazioni online e garantire la loro sicurezza ed aprire dunque alle criptovalute.

E’ proprio in questo processo di cambiamento che si inserisce infatti la creazione delle monete virtuali.
Le monete virtuali sono una forma di denaro privato che non beneficiano del supporto di alcuna banca centrale. Non hanno un’entità fisica, vengono create, memorizzate e utilizzate su altri dispositivi.

Nel 2012, dato il continuo emergere di queste nuove forme di pagamento, la BCE pubblica una relazione dal titolo “Modelli di moneta virtuale”.
Da questo documento possiamo notare come esistano principalmente 3 modelli di criptovalute:

  • Moneta virtuale chiusa: il collegamento tra moneta digitale e economia reale è in sostanza inesistente. Ne sono un esempio le valute dei giochi online: i giocatori pagano e ottengono in cambio moneta che potrà essere utilizzata unicamente all’interno del gioco stesso.
  • Moneta virtuale unidirezionale: la moneta virtuale può essere comprata con denaro reale, ad un certo tasso di cambio, ma non può essere scambiata di nuovo in valuta reale. Un esempio di questa valuta sono stati i famosi Facebook Credits: quest’ultimi permettevano al suo proprietario di comprare beni e servizi offerti dalla comunità.
  • Moneta virtuale con flusso bidirezionale: le criptovalute possono essere facilmente scambiate con quella reali e viceversa. Bitcoin e altre valute virtuali simili appartengono a questo schema.

Bitcoin, origini e funzionamento

Per ricostruire le origini del Bitcoin dobbiamo tornare al 1994 quando Steven Livey scrisse “L’applicazione sensazionale delle reti elettroniche non è il video-on-demand, ma l’E-Money. Essa andrà a colpire laddove è più importante: il vostro portafoglio. Non solo rivoluzionerà la Rete, ma cambierà l’economia globale”

Il suo articolo prosegue poi con la descrizione del caso di David Chaum che ad Amsterdam aveva fondato DigiCash. Questo scritto fu basilare per la nascita di Bitcoin: questa moneta apparve poco dopo e per la prima volta in una mailing list crittografata della comunità hacker di metsdow.com in un post di Satoshi Nakamoto. Il software Bitcoin, installato sui computer, grazie alla potenza di calcolo messa a disposizione da tutti i suoi partecipanti avrebbe creato una moneta generata sfruttando proprio i processori di ogni singolo computer della rete che si andava formando.

Bitcoin, inoltre, è una valuta che si basa su transazioni che sfruttano la crittografia, messaggi “oscurati” che possono essere resi leggibili solo utilizzando una chiave. Il suo valore dipende dalla fiducia che gli investitori ripongono in essa.
Tale meccanismo è supportato da un software open source, Multibit, e da una struttura peer-to-peer (ovvero computer connessi fra di loro senza una reale gerarchia). All’interno di tale rete, ogni computer assolve il ruolo di portafoglio digitale, e ogni utente deve essere in possesso di un indirizzo bitcoin per poter effettuare le transazioni.

Il tema della sicurezza

Sono molteplici le opinioni riguardo la sicurezza del bitcoin: la mancanza di un ente centrale da una parte rende impossibile bloccare, sequestrare o svalutare tale moneta, dall’altra rende impossibile controllarne le possibili speculazioni.

C’è chi ritiene il Bitcoin estremamente sicuro, grazie ad un sistema basato sulla crittografia, perché non richiede al venditore di mantenere e trattare alcune informazioni dell’acquirente, dall’altra c’è chi sottolinea il potere che gli hacker avrebbero nell’avere accesso ai “portafogli digitali” degli utenti.
In tal senso c’è la paura che, proprio per il suo anonimato, la nuova moneta virtuale possa divenire il mezzo per il narcotraffico e la contraffazione.